martedì 9 ottobre 2007

Intervista all'autore di "Topo Oreste e la Grande Città"

Ammetto di aver fatto aspettare sicuramente un po' troppo per questa piccola intervista a Simone Piazzesi, autore del libro Topo Oreste e la Grande Città, di cui abbiamo parlato in alcuni post del passato (Topo Oreste e la grande Città_post e Topo Oretse e La Grande Città - una breve recensione ). Mi assumo tutta la responsabilità di questa lunga attesa e riporto di seguito le risposte dell'autore alle mie domande.

Quanti anni hai?
32

Cosa fai nella vita?
Ho una laurea in lettere quindi l'occupazione principale sarebbe l'insegnamento, ma posso fare solo supplenze (quando capitano) perché non ho l'abilitazione, quindi diciamo che non è il mio lavoro definitivo.

Perché scrivi?
Perchè mi piace raccontare storie, e mi piace il senso di soddisfazione che dà rileggere una storia finita. Penso che in definitiva si scriva perchè ci dà piacere, altrimenti non lo faremmo, un po' come leggere (e difatti in troppi non leggono perchè lo ritengono "una fatica"). E poi, forse, scrivo perchè è l'unica cosa che so fare davvero.

Quando hai scritto Topo Oreste?
All'incirca una decina di anni fa, non è quindi una cosa recente. Ma le vie dell'editoria, si sa, sono contorte.

Cosa ti ha ispirato?
Una amore andato male. Non sono stato originale in questo.

A cosa può servire una fiaba?
A far arrivare in modo semplice messaggi complessi, oltre che a divertire, ma a dire il vero considero Topo Oreste più una favola che una fiaba. Anche se dal punto di vista della struttura narrativa potrebbe essere giusto anche considerarla una fiaba (l'eroe che affronta una serie di difficoltà per aiutare altri protagonisti "vittime" per poi raggiungere il successo finale), direi che sotto l’aspetto degli elementi narrativi si avvicina di più a una favola. Topo Oreste, infatti, si caratterizza per personaggi-animai che rappresentano qualità umane mentre non ha quegli elementi magico-fantastici tipici della fiaba di estrazione nordica (fate, maghi, streghe, orchi ecc.).

Fa bene leggerne anche ai grandi?
Direi di sì, anche se penso che per piacere ai grandi una favola dev'essere scritta in modo meno infantile. Un lavoro da trapezisti insomma: parlare una lingua comprensibile dai bambini ma che non annoi i grandi.

Perché?
Perchè a volte c'è bisogno di tuffarsi nella semplicità delle cose; uscire dai labirinti mentali in un cui può facilmente cadere un adulto. Una favola invece ti fa rimanere ad un livello "elementare" ma non ti impedisce di immergerti in significati più profondi.

Perché dovremmo leggere Topo Oreste?
Perchè è piaciuto praticamente a tutti quelli che l'hanno letto, anche se con sfumature diverse nei giudizi. Quindi non so dirvi di preciso "perchè" lo dovreste leggere, ma di sicuro non ne rimarreste delusi.

Cosa le piace di più del suo personaggio?
Il suo essere un "puro di cuore", uno che sta dalla parte dei più deboli e contro i prepotenti. E poi Oreste è un idealista che ha il coraggio di assumersi grandi responsabilità anche quando il successo è tutt'altro che scontato, e penso che sia una qualità molto rara.

Sono previste per lui nuove avventure?
Diciamo che una bozza per un possibile sequel c'è, ma per ora è ancora allo stato embrionale.

Mi è sembrato di scorgere nel testo una possibile allegoria con la questione arabo-israeliana, forse la mia critica è stata troppo fantasiosa?
Non era nelle mie intenzioni questo riferimento specifico, ma un lettore in quanto a "significati" di un libro, ha molta più autorità del suo autore. Io ho voluto solo fare un discorso più generale su chi fa uso della forza per aggredire e chi invece lo fa per difendersi. Anzi, il messaggio principale del libro vorrebbe essere quello di evitare sempre l'uso della violenza. Quando vi ricorriamo, anche se per difenderci, ne usciamo tutti un po' sconfitti.

E quindi, indipendentemente dalle parti contrapposte, ad ogni modo, pensi che una favola possa essere un mezzo attraverso cui trattare di questioni simili?

Sì, penso di sì.

Come?
Ci sono temi così drammatici e "difficili" che, specie se se ne vuole parlare ad un pubblico giovane, richiedono per forza di cose una semplificazione. La favola permette di effettuare questa trasfigurazione. Si pensi alla "Fattoria degli animali" di Orwell, solo per fare un esempio.

Progetti futuri?
Sto mandando in giro una raccolta di racconti di genere totalmente diverso da Topo Oreste: racconti realistici che trattano grandi problematiche sociali o personali. Spero di trovare qualche editore deciso a scommetterci.

E novità editoriali per Topo Oreste?
Uscirà fra un paio di mesi, forse meno, un'edizione illustrata. Ci voleva.

A cura di chi saranno le illustrazioni?
Se ne sta occupando una giovane illustratrice perugina, Alice Cipiciani, della staff di Comicomix (
www.comixcomix.com) che si è buttata in questo lavoro con molto entusiasmo.

Esprimi un desiderio.
Pubblicare per una grande casa editrice.

Saluta come saluterebbe Topo Oreste.

Buena vida a tout le monde.

L'intervista è anche scaricabile in formato .rtf.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

il link esatto al sito di comicomix è www.comicomix.com c'è un refuso nel testo :)

Anonimo ha detto...

io la laurea ce l'ho in legge, lavoro dietro a un pc e , x diletto, scrivo.
credo che lo stile semplice ed immediato, la descrizione della realtà quotidiana sia sempre gradita al lettore che tende a riverse se stesso nei brani. sono sempre alla ricerca di stimoli e d'imparare, quindi di conoscere persone che possono darmi dei suggerimenti su ciò che scrivo e sul modo in cui mi esprimo.
mi farebbe piacere se leggissi qlc del mio blog. Stella Cadente

Elena Barni ha detto...

Lo farò sicuramente se mi lasci il link :)

Anonimo ha detto...

il mio blog è in:it.netlog.com/TheStellaCadente
grazie a tutti x le visite. SC